Paolo Mussat Sartor

INATTESE VISIONI

 
14 aprile – 1 giugno 2023

Paolo Mussat Sartor

INATTESE VISIONI

 

14 aprile – 1 giugno 2023

La Galleria Gracis, in collaborazione con la galleria Photo & Contemporary di Torino, è lieta di annunciare la prima personale milanese nei propri spazi del noto autore Paolo Mussat Sartor, testimone ed interprete insostituibile dei momenti salienti dell’evoluzione artistica dell’Arte Povera e della scena internazionale dell’arte moderna e contemporanea, ma anche raffinato e colto protagonista nell’ambito della fotografia di ricerca. In mostra circa 20 stampe fotografiche di grande e medio formato ai sali d’argento con interventi pittorici con pigmenti a olio realizzate tra il 1992 e il 2005. Tutti esemplari unici tratte dalle serie delle Figure, delle Rose, delle Gambe, degli Asimmetrici e dei Paesaggi.

Negli anni Ottanta si fa viva in Mussat Sartor la necessità di spostare altrove il linguaggio fotografico, in un’altra dimensione, di strapparlo al dominio tecnico del medium, di “rendere visibile l’invisibile”. L’autore comincia dunque a intervenire direttamente sulla carta fotografica con il colore, con le mani, spingendosi in un territorio mediano e ambiguo, in una zona di confine inafferrabile tra pittura e fotografia.

Dopo aver per anni elaborato particolari tecniche pittoriche a olio e pigmenti e di viraggio su carta fotografica in b/n, Mussat Sartor è riuscito infine a distillare esemplari unici di stampe di grande fascino e poesia in cui i temi della visionarietà e del nomadismo interiore emergono in oniriche e delicate immagini, quasi miraggi soffusi, che ci mostrano figure e dettagli di corpi femminili, rose, vedute e scorci di città misteriose e sorprendenti. Un viaggio senza sosta attraverso l’ossessione allucinata della fotografia come metafora di un percorso esistenziale ad inseguire una bellezza celata, intravista per un attimo e poi improvvisamente scomparsa.

“Nella serie delle Rose (1991-1992), delle Gambe (1992-1993), degli Asimmetrici (1999-2000) e delle Figure (2001-2005) egli fa emergere dal nero denso dello sfondo immagini trattate con bianchi e grigi, come se manipolasse direttamente la luce, le sue sottili variazioni. Tutti questi lavori condividono un umore, una malinconia di fondo che li rende distanti e inafferrabili. Forse la spinta che ha portato l’autore torinese ad allontanarsi dal sentiero sicuro della tradizione fotografica va individuata proprio nell’esigenza forte di aggiungere alla fotografia uno stato d’animo preciso, un elemento emotivo costante e soprattutto indipendente dal soggetto fotografato. In questo modo egli riesce a strappare la fotografia alla sua contingenza predatoria e documentativa per inserirla nel dominio carismatico e senza tempo del proprio mondo interiore. Private del loro contesto geografico e atmosferico le Rose, le Figure, i Corpi, assumono la caratteristica di immagini ibride e poetiche, dall’identità assoluta e fluttuante nel tempo. Con Mussat Sartor la fotografia insomma abbandona la propria caratteristica identitaria, derivata da una tecnica precedente e ipostatica per porsi invece come un inedito spazio creativo attraverso il quale evocare nuovi umori e identità potenziali dell’immagine” ha scritto il critico Andrea Bellini nel, 2006 nel catalogo della sua antologica alla GAM di Torino.

E ancora completano l’esposizione alcuni piccoli formati che ci mostrano piccoli paesaggi mediterranei o soggetti architettonici, degni della pittura del ‘600-‘700, fiammeggianti di interventi a pennello che ne amplificano il pathos raffinato e la preziosità.

Fotografie dipinte, in cui la memoria visiva è sedimentata e trasfigurata dall’intervento pittorico successivo e che rivelano la loro reale dimensione estetica solo dal vivo.
Ma che cosa cerca Mussat Sartor nella costruzione delle proprie visioni, nei suoi scorci taglienti ed obliqui? A noi pare che insegua sempre uno spiraglio di luce, un frammento di bellezza, il dettaglio rivelatore di una speranza, che possa salvarci dalla nostra condizione incerta di viaggiatori alla ricerca di una meta.

Biografia
Paolo Mussat Sartor è nato a Torino nel 1947, dove vive e lavora.
Autodidatta, fotografa dal 1966. Nel 1968 inizia a collaborare con Gian Enzo Sperone e conosce e fotografa gli artisti italiani e stranieri che in quegli anni espongono le loro opere nella sua galleria. Espone e pubblica Ritratti di Artisti e documentazioni di opere in cataloghi d’arte e riviste specializzate di tutto il mondo.
Collabora anche con riviste d’arte ed architettura come Domus, Abitare, Vogue, Casa Vogue, ed Ottagono. Nel 1979, la casa editrice Stampatori gli pubblica il volume Paolo Mussat Sartor Fotografo 1968/1978. Arte e Artisti in Italia, un libro che documenta dieci anni di collaborazione con alcuni artisti italiani contemporanei. Parallelamente, dal 1970, si dedica ad un proprio lavoro di ricerca che si sviluppa attraverso il linguaggio fotografico.
Dal 1985 interviene su stampe fotografiche, da lui appositamente realizzate, con pigmenti colorati e tecniche miste, ricavandone esemplari unici.

 

PAOLO MUSSAT SARTOR
INATTESE VISIONI
14 aprile – 1 giugno 2023

Opening: venerdì 14 aprile dalle ore 11 alle ore 21

Cocktail: a partire dalle ore 18

 

Orari Galleria Gracis:

lunedì-venerdì, 10.00-13.00 | 14.00-18.00

sabato su appuntamento

Ingresso libero

T +39 02 877 807; gracis@gracis.com

 

LE OPERE IN MOSTRA