SINFONIA DEL BIANCO

NOVE ARTISTI A CONFRONTO

 
9 gennaio – 7 febbraio 2020

SINFONIA DEL BIANCO

“Il mondo è a colori, ma la realtà è in bianco e nero”

Questa affermazione del celebre regista Wim Wenders ben sintetizza l’idea che ha dato origine a questa piccola esposizione che accosta l’opera di nove artisti contemporanei di varia provenienza che, a partire dalla metà degli anni ‘50, hanno affrontato le problematiche della riduzione tematica e segnica per lo più orientata verso la componente pittorica astratta.

La contrapposizione tra il bianco e il nero, più che una connotazione simbolica (il bianco come luce, purezza, tabula rasa, spazio di silenzio contrapposto al nero come buio, profondità, abisso), rappresenta un terreno di sperimentazione che coinvolge le espressioni artistiche in generale: pittura e scultura in primis, ma anche fotografia, architettura, cinema, teatro, moda.

Il bianco e il nero diventano sostanza per esprimere non solo l’intrinseco carattere “estremo” della materia stessa – il bianco sintesi di tutti i colori e il nero assenza di colore –, ma strumenti per raccontare una poetica interiore che diviene parola sintetica, spesso simbolica, di rappresentazione della realtà. Ma soprattutto divengono strumento capace di oggettivare quella componente intangibile del reale: il tempo, componente ineludibile della vita che nell’opera d’arte diventa segno ritmico, successione reiterata, ordine/disordine matematico, contrapposizione volumetrica, estroflessione di volumi, luce e ombra.

La mostra accosta le opere di nove artisti – otto celebri esponenti del ‘900 italiano – tutti di respiro internazionale, che con il contrasto tra la sintesi (bianco) e l’assenza (nero) del colore sperimentano forme intense, poetiche, espressive, interrogative, sospese: gli schemi geometrici reiterati di Carla Accardi (1924-2014) si confrontano con i ritmi musicali e matematici di Alighiero Boetti (1940-1994), le estroflessioni ritmiche di Enrico Castellani (1930-1917), le sperimentazioni visive di forme virtuali plasticamente o dinamicamente distorte di Franco Grignani (1908-1999), le costellazioni cromatiche  di Heinz Mack (1931), i rilievi bianchi di Angelo Savelli (1911-1995), la profondità dinamica e cangiante degli ovali di Turi Simeti (1929), fino all’interrogazione sospesa dei disegni di Giulio Paolini (1940). Lieve ma intenso contrappunto alla componente astratta è una piccola scultura di Fausto Melotti (1901-1986), una ceramica di raffinatissima qualità, un’ “astrazione musicale” che ai toni del bianco e del nero affida l’insondabile segreto dell’umano.

Galleria Gracis

lunedì – venerdì

10.00 – 13.00 | 15.00 – 19.00

LE OPERE IN MOSTRA